3 - COMUNICAZIONE VERBALE - PARAVERBALE - NON VERBALE

Irene Tria • lug 01, 2020

Lo sapevi che la componente verbale riguarda solo il 7% di tutta la comunicazione??

Vuol dire che il 93% della nostra comunicazione riguarda aspetti corporei!
Incredibile vero? E dire che siamo sempre così attenti a tutto ciò che riguarda le aree mentali, come il pensiero, i contenuti, ecc
Questo spiega anche perchè nella messaggistica e suoi social i fraintendimenti sono più frequenti, perchè manca una componente importantissima della nostra comunicazione!
Pensa anche all’uso che facciamo delle emoji per dare maggiore enfasi ai nostri contenuti.

Lo aveva anche identificato lo stesso Watzlavick con il 
4️⃣º Assioma della comunicazione
Gli esseri umani comunicano sia con il modulo digitale sia con quello analogico.

Tradotto: le persone comunicano sia in modo verbale che in modo non-verbale.

Sono state identificate tre componenti
💬 C. VERBALE: è il linguaggio, governato da regole e convenzioni. È il contenuto dei messaggi, il COSA
⁉️C. PARAVERBALE: sono gli elementi espressivi della voce, le pause e le punteggiature. Diventano un sostegno al contenuto, ne esprimono le intenzioni
👀 C. NON VERBALE: è tutto ciò che riguarda la corporeità. Postura, gestualità, sguardo, espressioni del volto, prossemica (distanza). È la componente più soggettiva, è specifica di ogni persona, è ciò che maggiormente ci caratterizza.
È anche quella che può creare maggiori fraintendimenti, proprio perchè i “codici” sono spesso privati e interpretabili, quindi soggetti a comprensioni errate o diverse dalle intenzioni del soggetto che sta comunicando.

🧩 GIOCHI

INDOVINA LEMOZIONE - C. NON VERBALE
Questo è un semplice gioco, il punto non è tanto se indovini o meno (sarà certamente facilissimo), ma l’ho scelto perchè tu possa soffermarti sulle espressioni e notarne le caratteristiche.
Lasciati anche “toccare” e osserva se puoi metterti in contatto con l’emozione del viso che stai guardando.
Come la senti l’emozione?
In che parte del corpo si colloca?

*clicca sulle immagini per confrontare la soluzione
QUANTE A CI SONO IN UNA A - C. PARAVERBALE
Questo gioco è molto divertente se fatto in gruppo, ma anche se sei da solo puoi sperimentarti ugualmente.

👉🏼 Conduttore chiede: In quanti modi diversi si può dire “A”?
Poi chiede a chi lo desidera di entrare nel cerchio e di esprimere un sentimento, un’emozione o un’idea usando solo il suono della A, in tutte le sue possibili modulazioni, aggiungendo un gesto o movimento che lo accompagna.
Si può seguitare con le altre vocali.
LA PUNTEGGIATURA - C. PARAVERBALE
Leggi le frasi scritte qui sotto e sperimenta le varie punteggiature. Osserva come il significato cambia completamente!
*clicca sulle frasi per scoprire le soluzioni possibili


Quindi se la C. Verbale appartiene all’area dei contenuti, del COSA, le c. paraverbali e non verbali appartengono all’area del COME: quello su cui maggiormente ci soffermeremo.

Il come è quello che ci crea maggiori problemi nelle relazioni; spesso infatti la frase ricorrente è: 
Non è per quello che hai detto, ma per come lo hai detto.

I contenuti possono fare male, quindi è sempre importante scegliere le parole, ed eventualmente correggersi se ci si accorge di aver usato termini impropri o che possono essere più facilmente fraintesi, tuttavia è importante sviluppare una consapevolezza relativa al come.
Possiamo avere contenuti interessantissimi da condividere ma se non sappiamo comunicarli sarà difficile avere seguito, essere capiti o suscitare curiosità nell’altro.

Come possiamo sviluppare un’attenzione alla componente non verbale e paraverbale.
Queste due aree possono tradire le nostre intenzioni, tuttavia sono anche quelle maggiormente interpretabili e fraintendibili, dunque ti proporrò degli esercizi per facilitarti nello sviluppo di un’attenzione a quelle che sono le tue variabili emotive.
È infatti importante riuscire a rimanere connessi con le nostre emozioni, perchè sono una guida nella comprensione di quanto ci sta succedendo.
La maggior parte delle persone si anestetizza per evitare di sentire emozioni spiacevoli quali rabbia, tristezza e più in generale il dolore, tuttavia l’impossibilità di contattarle può contribuire a farci sentire disorientati e a non focalizzare il nostro bisogno.
Se per primi siamo confusi rispetto ciò che vogliamo o che desideriamo in una determinata situazione, sarà difficile anche per chi è intorno a noi capire come esserci di aiuto.

🧩 ESERCIZI

L’EMOZIONE NELLA SITUAZIONE
👉🏼 Pensa ad una situazione passata o presente in cui hai vissuto un conflitto con qualcuno (un momento di incomprensione, un disaccordo, una lite)
👉🏼 Chiudi gli occhi e porta l’attenzione al tuo respiro. 
👉🏼 Inizia a ripercorrere la situazione e individua quali emozioni stavi sentendo (possono essere più d’una) e osserva se puoi trovarle maggiormente in zone specifiche del corpo (sotto forma di tensione, calore, freddezza, attivazione, nodi, groppone, blocco).
👉🏼 Identifica per ogni emozione cosa stava accendendo in quel momento:
ho sentito tristezza quando…
ho provato rabbia quando…
ho sentito gioia (sollievo, felicità, contentezza, piacere) quando…
ho provato paura quando…
👉🏼 Osserva se e cosa cambia nella tua percezione e comprensione della situazione.

⚠️ Punto di attenzione: sospendi la ricerca dei perchè
In questo momento non ci interessano, hai avuto le tue ottime ragioni per provare le emozioni che hai sperimentato. 
Si tratta di comprendere cosa stava accadendo in quel momento che tu hai sentito rabbia, paura, tristezza, contentezza, disgusto, ecc…
NON È PER QUELLO CHE DICI, MA PER COME LO DICI
Sperimenta un gioco a coppie. 
👉🏼 Vi mettete uno di fronte all’altro e Stabilite chi è A e chi è B
👉🏼 A sceglie una frase da dire a B (ad es. bisogna andare a fare la spesa) e accompagna la stessa frase contattando ogni volta un’emozione diversa ed esprimendola attraverso il corpo mentre dice la stessa frase.
👉🏼 B resterà in ascolto dell’effetto che ha su di sé quello che A dice. Che emozioni sente? cosa prova? che movimento verrebbe da fare (avvicinarsi, allontanarsi…)
👉🏼 Datevi il cambio

⚠️ Nota: non c’è una risposta emotiva giusta o sbagliata. Può succedere ad esempio che possiamo provare irritazione quando l’altro è triste o spaventato. Sospendete il giudizio, in questo momento l’allenamento è scoprire cosa sperimentate nelle varie situazioni.
IN SINTESI
🎯 Il COSA è il contenuto di un messaggio e appartiene agli aspetti VERBALI di una comunicazione. 
È quindi importante condividere con i nostri interlocutori le stesse regole linguistiche, accertarci che lo sfondo culturale sia piuttosto simile e che i codici siano conosciuti (ad esempio parlare la stessa lingua)
La scelta delle parole è importante!
🎯 Il COME è lo sfondo del messaggio e sebbene inconsapevolmente, influenza per il 93% la nostra comunicazione. Appartengono al come la componente paraverbale (tonalità, colore, ritmo, intenzione della voce) e la componente non verbale (la corporeità, la gestualità, le espressioni del volto), in particolare mossa dalla nostra emotività. Le emozioni sono un modo immediato di comprendere la situazione e non sono giuste o sbagliate. È importante saperle riconoscerle, sentire ed imparare ad appoggiarsi, anziché pretendere di eliminarle, perchè sono un contributo importante nel nostro orientarci, identificarci e posizionarci. Maggiormente ci sarà chiaro cosa sentiamo nelle varie situazioni, maggiormente avremo l’occasione di diminuire il rischio di fraintendimento, di diventare chiari. Certamente saremo maggiormente esposti alla possibilità di rivelarci all’altro ed essere maggiormente esposti, quindi è importante poter scegliere quando e con chi.

🎥 CONSIGLI PER LA VISIONE DI FILM

INSIDE OUT
È un cartone animato, realizzato con la collaborazione di psicologi e mostra quanto sia importante nell’esperienza umana appoggiarsi alle proprie emozioni. In particolare è un elogio alla tristezza, che ne alla nostra cultura è piuttosto bandita, così come la rabbia.
Il messaggio importante, per adulti e bambini, è che non esistono emozioni giuste o sbagliate, buone o cattive. Le emozioni sono espressione di una nostra comprensione del mondo, immediata (o non mediata dal pensiero) che fornisce indicazioni sulla situazione (che comprende l’organismo-e-l’ambiente). Hanno dignità ed è legittimo poterle sentire: l’aspetto da allenare è piuttosto la loro espressione o l’azione che consegue al sentire che può essere più o meno adeguata a seconda del contesto (sottolinea: a seconda del contesto, non in assoluto).
LIE TO ME
È una serie tv di diversi anni fa, la cui prima stagione ebbe molto successo. Racconta in forma romanzata e crime le scoperte di Paul Eckman sull’universalità delle espressioni emotive nel volto e della possibilità di rintracciare e svelare le menzogne.
È appunto una forma romanzata, una sorta di Dottor House delle emozioni; tuttavia restituisce dignità al “come”, al mondo delle emozioni e alla comunicazione corporea che influenza le nostre relazioni.

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Quando affrontiamo il tema della comunicazione implicitamente stiamo anche toccando l’argomento delle relazioni: l’atto comunicativo è infatti un atto relazionale. Titolare una rubrica “Comunicazione relazionale” risulta quindi una ridondanza, ma allora perché ho scelto proprio questo titolo? È frequente sentirsi frustrati in una conversazione, perché si ha la sensazione di non sentirsi capiti, compresi o poiché non riusciamo a far arrivare all’altro ciò che intendiamo: spesso ne usciamo irritati, tristi, demotivati o rassegnati. A volte pensiamo che per essere capiti dobbiamo trovare l’altro in accordo con noi, oppure lo accusiamo di non ascoltare . Il processo comunicativo è molto complesso perché in campo vi sono numerosi elementi che concorrono a influenzare il messaggio che vogliamo trasmettere. Ho quindi deciso di sviluppare questo tema in una rubrica divisa per argomenti, in cui oltre ad una parte “teorica” ti indicherò degli esperimenti/giochi da fare. La finalità di questi brevi appuntamenti è: 📌 stimolare la tua curiosità e auto-osservazione, di aiutarti ad osservare come ti muovi in una conversazione, a cosa dai importanza, cosa osservi e come reasci nelle situazioni; 📌 offrirti - attraverso esempi o giochi - la possibilità di sperimentare altre possibilità di incontro con l’altro, con l’augurio che queste suggestioni ti consentano di migliorare (un po’) le tue conversazioni. Non ho la pretesa di esaurire gli argomenti che tratterò e soprattutto non offrirò ricette segrete, sono piuttosto sospettosa con i professionisti che tentano di farlo. La comunicazione è un processo che coinvolge aspetti piuttosto intimi, personali e relazionali, e sento rischioso procedere per generalizzazioni, cosa che in parte è inevitabile, quando appunto si trattano questi temi in modo divulgativo. Lo scopo di questi appuntamenti quindi è di offrire una possibile visione e delle suggestioni anche attraverso giochi ed esperimenti. Quello che ti invito a fare è posare le lenti con cui sei abituato a guardare il mondo e a renderti disponibile a sorprenderti, incuriosirti. Qualora tu abbia dubbi, considerazioni, richiesta di consigli, puoi inviarmi una mail cliccando sul pulsante che trovi in basso a destra sulla pagina specificando la richiesta. Ciò di cui scriverò è la sintesi di diverse esperienze acquisite negli anni: ✓ teorie e conoscenze maturate nel corso degli studi universitari (psicologia) ✓competenze specifiche acquisite per l’insegnamento della comunicazione aziendale presso agenzie di formazione in corsi rivolti a persone con contratto di apprendistato. ✓crescita e sviluppo professionale durante la formazione in psicoterapia della gestalt: sviluppo di un’ottica fenomenologica (il cui presupposto è la sospensione del giudizio), sguardo al processo di gruppo, riformulazione della domanda, ascolto empatico e simpatico, processo di identificazione/alienazione, capacità di identificare i propri bisogni e di comunicarli, ciclo ermeneutico della comunicazione (basato su continuo feedback e verifica della comprensione della comunicazione)


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