DIALOGHI sul BENESSERE

e sul MALESSERE

Autore: Jgor Francesco Luceri 26 mag, 2020
Di solito ci preoccupiamo e occupiamo di che cosa fare e molto meno di come facciamo le cose, nonostante spesso il modo e quindi la qualità sia più importante del cosa, cioè della quantità. Lo stesso vale per le relazioni. In questo video vi propongo una chiave di lettura su come impostiamo e viviamo il nostro stare con l’altro.
Autore: Jgor Francesco Luceri 28 apr, 2020
Giudicare è una tendenza naturale spontanea e necessaria per dare senso a quello che accade e sviluppare capacità di critica. Ma cosa succede quando il giudizio entra nella relazione tra le persone e nello specifico nella relazione tra genitori e figli? Scopriamolo insieme!
Autore: Jgor Francesco Luceri 07 apr, 2020
Autore: Irene Tria 10 feb, 2020
Insegnare al soggetto come imparare ciò che concerne se stesso, significa che il paziente deve diventare direttamente consapevole di come realmente funzioni in quanto organismo vivente; e questo avviene in base ad esperienze concrete e non verbali. - Perls Hefferline Goodman -
Autore: Irene Tria 11 dic, 2019
CONTATTO dal latino cum (con) tactus (toccato, tatto) Sebbene il tatto non sia di per sé un fatto emotivo, i suoi elementi sensoriali inducono quei cambiamenti neurali, ghiandolari, muscolari e mentali che chiamiamo complessivamente sentimento. Per cui il tatto non è sentito come una semplice modalità fisica, come sensazione, ma affettivamente, come sentimento. Ashley Montagu
Autore: Jgor Francesco Luceri 24 gen, 2017
La nostra è una società che, soprattutto dagli anni settanta, fa ampio uso di plastica, un materiale con enormi potenzialità grazie alle sue qualità di resistenza, durezza, malleabilità e duttilità. I polimeri di base sono essenzialmente di origine sintetica, derivati cioè, dal petrolio e vengono impiegati pressocchè dappertutto; sarebbe molto facile per ognuno di noi trovare nella propria casa un oggetto in plastica o oggetti con parti in plastica. La IUPAC (Unione Internazionale di Chimica Pura e Applicata) definisce le materie plastiche come "materiali polimerici che possono contenere altre sostanze finalizzate a migliorarne le proprietà o ridurre i costi" ed in effetti gli oggetti di plastica costano poco, sono resistenti e durano nel tempo. A questo punto è il caso di dire “non è tutto oro quel che luccica”, perché la plastica oltre ad una serie di pregi ha anche alcuni difetti. Lasciando perdere le conseguenze sull’impatto ambientale (basti pensare che la plastica non si biodegrada e l’azione del tempo e degli agenti climatici contribuisce solamente a sbriciolarla facendola finire in mare e scambiata per plancton da pesci e mammiferi) voglio qui portare l’attenzione sugli effetti per la salute. Prima di iniziare avviso che il dibattito è tutt’ora aperto e di non facile soluzione perché i pareri sono contrastanti, quindi quello che offro in queste righe è la mia personale posizione, avvalorata da alcuni dati e testimonianze. Parlando della plastica non si possono escludere due prodotti chimici: il bisfenolo A (BPA) e gli ftalati; sono entrambi nocivi per il sistema endocrino, il che significa che disturbano o inibiscono il nostro funzionamento ormonale e la presenza sempre più elevata di queste sostanze chimiche sta producendo come effetto che le ragazze stanno diventando più maschili e i ragazzi più femminili. Vediamoli brevemente. Il BPA è un estrogeno sintetico; è uno dei componenti del policarbonato (sigla: O7), la plastica usata per produrre bottiglie, contenitori per alimenti, attrezzature sportive (caschi, occhiali, ecc…) ed elettroniche (pc, tablet, cellulari, ecc...); spesso anche i barattoli che contengono generi alimentari (verdura/frutta in scatola e altro) sono rivestiti internamente da plastica e la plastica contiene BPA, quindi si trova anche nelle lattine delle bevande gassate, nella lamina del barattolo di latte in polvere per bambini e perfino nei biberon. Il legame chimico tra le molecole di bisfenolo A è altamente instabile, quindi c’è un elevato rischio che la sostanza si diffonda nell’acqua, nelle bevande o nel cibo che sono a contatto con le materie plastiche nelle quali è contenuta. Cosa accade quando questa sostanza entra nel nostro organismo? Il bisfenolo A mima l’azione degli estrogeni, essenziali nello sviluppo cerebrale, alterando quindi l'attività dell'apparato endocrino che porta ad una attivazione dei recettori degli ormoni. Se il dosaggio è elevato gli effetti negativi sulla salute sono gravi: si stima che anche minime quantità di bisfenolo A possano avere effetti inibitori sullo sviluppo neuronale nei feti a pochi minuti di distanza dall’assunzione. Gli Ftalati invece si trovano nel cloruro di polivinile (sigla: PVC3): sono dei plasticizzanti per ammorbidire la plastica e vengono adoperati in un’ampia gamma di prodotti, dai pavimenti in vinile ai prodotti per la cura personale fino ai giochi per bambini, dove vengono aggiunti per far sembrare gomma il materiale plastico che altrimenti sarebbe troppo duro e quando il bambino lo mette in bocca è come un lecca lecca di ftalati! Inoltre sono presenti in molti cosmetici e nei prodotti per l’igiene anche per bambini; vengono usati per favorire la permanenza della fragranza sulla pelle. Non sempre sono indicati chiaramente sull’etichetta ma se si legge “profumo” (fragrance, parfum), allora quelli, spesso, sono ftalati. Anche se questi agenti chimici sono oggetto di controversia dal 2003 per gli effetti sulla salute, alte concentrazioni di ftalati e BPA nel sangue sono state associate a numerose patologie riassunte nella tabella sottostante.
Autore: Irene Tria 24 gen, 2017
Il TdO nasce in Brasile ad opera di Augusto Boal, il cui pensiero rispetto l’arte e la funzione del teatro si trasforma negli anni, in seguito anche a vicende politiche e sociali in cui è immerso. “Boal si pone, nel suo percorso, il problema dell’uso sociale dell’arte e della sua funzione politica”Il suo concetto di attore è influenzato dal metodo Stanislavskij, che utilizza nelle sue formazioni: l’attore vive il personaggio invece di mostrarlo. Nel tempo va sviluppando una forma di teatralità che tratti contenuti popolari ed i suoi lavori vanno ad inserirsi in quel tessuto sociale e movimento di riscatto popolare, guidato da Paulo Freire (la pedagogia degli oppressi) che si identifica in opere di alfabetizzazione e coscientizzazione. Dopo esperienze di incarcerazione e tortura in Brasile all’inizio degli anni ’70, Boal viene espulso in Argentina dove sviluppa forme di teatro utili al cambiamento sociale. Sviluppa in questi anni il Teatro Invisibile, come conseguenza della sua condizione di semi-clandestinità ed il Teatro Forum, da esperienze di cambio di ruoli tra attori e pubblico promosse da quest’utlimo. In Occidente il TdO si declina nel Flic dans la Tête e Arcobaleno del desiderio, avendo intuito che le forme di oppressione in queste società fossero presenti a livello intrapsichico. Ruolo centrale nel TdO è lo spett-attore che prevede la trasformazione del pubblico da oggetto passivo, in soggetto in grado di modificare attivamente l’azione teatrale: egli non delega il personaggio delle azioni che compierebbe, ma le conduce egli stesso, sul palco, agendo e influenzando la scena con la sua visione del mondo. L’obiettivo è che attraverso la teatralità, “l’essere teatro”, le persone possano conoscere il mondo, e quindi, trasformarlo. L’esperienza del TdO infatti, non solo smuove le coscienze rispetto tematiche sociali riconoscibili e riconosciute, ma permette anche di poterle “trasformare”, trovando strategie via via nuove e diverse per potersi “liberare dalle oppressioni presenti”. Queste esperienze, non hanno l’obbligo di essere trasformate in realtà, ma fungono da stimolo per trasportare qualcosa – un gesto, un pensiero, un atteggiamento, una sensazione - di ciò che è successo, nella vita reale. Attraverso il TdO le persone possono incontrare le proprie oppressioni e viverle, dunque trovare, insieme agli spett-attori, strategie nuove per affrontarle. La funzione del conduttore è sostenere questo percorso. Per saperne di più: Augusto Boal – Il teatro degli oppressi – Feltrinelli Augusto Boal – Il poliziotto e la maschera – Ed. La meridiana ​Augusto Boal – L’arcobaleno del desiderio – Ed. La meridiana Paolo Senor – La ribalta degli invisibili – Terra di mezzo
Autore: Irene Tria 15 gen, 2017
Con questa parola intendo un lavoro centrato sul corpo . Siamo abituati ad usare il pensiero per spiegare a noi stessi ciò che accade e ciò che viviamo. Tuttavia abbiamo perso - per cultura - l’abitudine di ascoltare i segnali del nostro corpo, che hanno bisogno di essere decodificati come fossero la grammatica di un nuovo linguaggio da comprendere. Se iniziamo a guardare ai fenomeni corporei come messaggi da decodificare , inizieremo a prendere sul serio quello che ci accade, non più come eventi esterni, incontrollabili, fastidiosi e noiosi, che ci limitano nel fare quello che vogliamo, ma come modi di esprimerci diversi da quelli che siamo abituati ad utilizzare. Ciò che avremo considerato come un evento esterno inizieremo ora a comprenderlo come parte di noi, del modo in cui agiamo, del modo in cui ci esprimiamo, ma che non conosciamo a fondo.

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