PRATICARE L'ASCOLTO

Irene Tria • mag 07, 2023

Focus: periodicamente ognuno di noi si dedica ad attività che permettono di sviluppare maggiore presenza (intesa come capacità di rimanere collegati nel qui-e-ora dell’esperienza attraverso i sensi, le sensazioni e i pensieri)

Sono occupazioni che svolgiamo in modo automatico, ma - portando attenzione ad alcuni passaggi - possono diventare delle forme di pratica di consapevolezza e occasioni di crescita.


In passato ho scritto un articolo sul proprio bisogno di essere ascoltati dagli altri. 

Avevo dedicato qualche riflessione sul tema a partire dall'esperienza frequente in terapia, ma anche personale, di persone che lamentano una mancanza di ascolto da parte dei cari e avevo sottolineato come l’ascolto sia una pratica piuttosto complessa perché implica la capacità di esser-ci per l'altro sospendendo i propri pre-giudizi, le proprie aspettative, rimanendo presenti con i propri sensi.

qui l'articolo


Puntualizzo: sospendere i giudizi le aspettative, non rinunciare!!!! Significa riuscire a metterli tra parentesi, lasciarli sullo sfondo, fare spazio all’altro senza misurare ciò che dice con i nostri preconcetti e pensieri.

Impresa!!


Nello stesso articolo ho spiegato come questa pratica sia uno degli allenamenti principali alla mia (nostra) professione e come gran parte della formazione in psicoterapia della gestalt sia stata dedicata alla pratica dell'ascolto, che è prima di tutto ascolto di sé, riconoscere i propri sensi, sensazioni ed emozioni, una pratica all’essere presenti momento per momento

Questa competenza - ovvero l'attitudine all'ascolto di sè e quindi degli altri - non è esclusiva delle relazioni di aiuto, ma è qualcosa che ognuno di noi può sviluppare e mettere in pratica nella propria vita.

In altri contributi svilupperemo maggiormente alcune pratiche di consapevolezza per facilitare l'acquisizione di competenze di ascolto, a cui dedicarsi in modo continuativo e specifico, ma in questo articolo desidero condividere un'altra esperienza che mi ha permesso e che ogni giorno mi aiuta a mantenere attivi i sensi, a rimanere presente momento per momento e ad utilizzare e sviluppare competenze di ascolto, che sicuramente riconoscerete come comune, ma che rileggendola in questi termini, potrete aggiungere alla lista delle pratiche di consapevolezza, senza molti sforzi.


Si tratta del tempo che dedico alla cura delle piante.


Non sono nata pollice verde, ma mi sono appassionata alle piante in un momento di crisi nella mia vita

Quando iniziai ad acquistarne diverse, la difficoltà che incontrai fu la mancanza di competenze nella cura e nel trattamento e non avendo esperienza precedente con le piante mi affidavo a qualche sito che però mi sembrava rispondere in modo generico e approssimativo rispetto alle tecniche colturali, alla risoluzione di problemi e alle indicazioni rispetto esigenze specifiche. 

Iniziai quindi ad affidarmi all'osservazione e all'ascolto dei segnali che coglievo, oltre che imparare per prove ed errori.


Imparai che ogni pianta - per quanto simile ad un’altra - risponde in modo specifico alle condizioni ambientali; imparai a conoscere le esigenze di ciascuna, a rilevare i segnali e a raccoglierli come indicatori e messaggi di bisogno/mancanza o benessere. 


Queste pratiche quotidiane - a cui mi dedicavo anche per qualche ora - mi permisero di:

  • ampliare i miei sensi, non solo la vista ma anche il tatto e l'olfatto in particolare
  • sviluppare una presenza nel qui e ora aumentando la concentrazione su ciò che stavo facendo, attraverso l'attenzione continuativa che mi permetteva aumentava di essere presente nel qui-e-ora con “tutta me” (sensi e pensieri)
  • migliorare la qualità del respiro: quando ci si occupa di piante è importante non avere fretta! Quando aspettiamo impazientemente di veder gettare nuove foglie, o quando ce ne si prendiamo cura cambiando la terra, bagnando il terreno, potandole.


Sono tutte pratiche che richiedono un ritmo costante e lento perchè c’è bisogno di mantenere l’attenzione su ciò che si fa: ad esempio la bagnatura se portata avanti di fretta e con disattenzione può diventare eccessiva e quindi produrre marciumi; potare un ramo piuttosto che un altro richiede la capacità di soffermarsi ad osservare tutta la pianta, rilevare la presenza di eventuali nuovi getti o potenziali.

Con queste pratiche portate avanti con ritmo calmo anche il respiro migliora diventando profondo, ampio, continuativo.


Un altro aspetto molto importante che mi ha aiutato a sviluppare un ascolto attento alle esigenze delle mie piante è stata la contemplazione: trascorro molto tempo a guardarle, ad osservarne le venature, i colori, il portamento, i riflessi di colore.

Questa pratica della contemplazione mi ha permesso di conoscerle, di scoprirne le caratteristiche uniche di ognuna e anche di riconoscere eventuali segnali allarmanti.


È curioso abbinare questa attività di osservazione che riguarda la vista con l’azione dell’ascolto, che tipicamente riguarda l’organo dell’orecchio, ma è proprio un po’ questa la complessità dell’ascolto: coinvolge tutti i sensi, non appartiene esclusivamente all’atto del sentire; e riguarda anche l’aspetto della contemplazione, dove, nuovamente i sensi sono presenti in modo fluttuante, in cui la vista accarezza l’oggetto su cui si posa, non è alla ricerca di qualcosa, ma fa esperienza di qualcosa.


La pratica della cura delle piante divenne un appuntamento - quasi - giornaliero a cui dedicavo da qualche minuto a più ore del mio tempo a seconda delle giornate e che è tuttora il momento in cui mi prendo cura di loro e attraverso cui mi prendo cura del mio benessere:

  • diminuisco i livelli di stress
  • respiro in modo più costante e profondo
  • mi rilasso e trascorro un tempo piacevole
  • sono presente nell’attività che svolgo, senza distrazioni (cellulari, pensieri, altri lavori da portare a termine)


Questa che ho condiviso è la mia esperienza, è il modo in cui sono passata da essere pollice nero a pollice verde: è l’allenamento che ho sviluppato nel tempo imparando via via dalle piante e non pretendendo di sapere cosa fosse necessario o meno per loro.

Per di più spesso sia per conoscenze pregresse, sia attaccandomi ansiosamente ad informazioni recuperate da siti internet (anche molto qualificati), pretendevo di applicare alle mie piante i trattamenti letti, accorgendomi successivamente che per l’ambiente, il contesto e le condizioni che offrivo loro, necessitavano di altre cure.


Ci sono certamente anche altre attività che consentono di sviluppare capacità di ascolto, certamente portando l’attenzione a questi elementi descritti: ad esempio in Giappone viene usata la pratica del te, che richiede un tempo dedicato e piuttosto lungo nella sua preparazione oppure lo shinrin yoku, l’immersione nei boschi che ad una prima lettura potrebbe sembrare una semplice passeggiata nelle foreste: in parte è proprio una semplice passeggiata nelle foreste, ma è anche molto di più, perchè ciò che la caratterizza è il come, è ciò a cui porto l’attenzione mentre lo faccio.


Ho voluto raccontare la mia esperienza con le piante per offrire un esempio di come possiamo sviluppare capacità di ascolto, pratiche di consapevolezza, attraverso semplici azioni quotidiane; sono sicura che ognuno di voi si dedica in modo "speciale" a qualche attività e coltiva proprio la o le proprie passioni investendo tempo ed energie assiduamente.

E probabilmente nel leggere questo articolo avrà pensato: lo faccio anch'io! 

Mi auguro proprio sia così!

Questo per dire di che non occorre sviluppare una passione per le piante per sviluppare capacità di ascolto o fare pratica di consapevolezza, ma potete usare questa suggestione per accorgervi d'ora in poi di quante capacità coltivate ogni volta che vi dedicate con passione a qualcosa che vi piace.

©irenetria

COME PRATICARE LA CONSAPEVOLEZZA NELLE ATTIVITà QUOTIDIANE -

IN SINTESI

  • Individua un’attività che ti piace e che ami fare (modellismo, cura delle piante, cura del giardino, lavorare la maglia, cucire, bricolage, lavorare l’argilla, ecc)
  • individua un tempo a cui puoi dedicarti interamente: può essere necessario all’inizio definire una durata precisa ed è possibile che la pratica impieghi un tempo cospicuo. Nel tempo, sarà più facile immergersi velocemente nell’attività e saranno sufficienti anche pochi minuti per trovare giovamento
  • immergiti in ciò che stai facendo, approcciandoti con tutti i sensi: vista, olfatto, gusto, tatto e udito. Ti accorgerai che sono tutti coinvolti in modo diverso. Prenditi un po’ di tempo per osservare ciò che stai facendo, come lo stai facendo e l’oggetto che stai usando (tessuti, piante, terra, legno, argilla, ecc)
  • porta l’attenzione al respiro e osserva il ritmo e la qualità (profondo, affannato, corto, lento, calmo)
  • dedica tempo alla contemplazione: rivolgi l’attenzione a ciò che fai in modo presente e fluttuante, preciso e morbido

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